Sabato 24 Settembre 2022
Visita guidata ad una delle più rinomate Riserie al mondo dove TRADIZIONE e INNOVAZIONE rendono UNICA questa realtà
Toccherete con mano tutte le fasi di lavorazione di questo cereale ricco di proprietà nutritive, qualità dietetiche, elevata digeribilità, superiore a qualsiasi altro farinaceo , dalla Risaia al prodotto finito.
Curiosità : Il riso greggio, quello raccolto in campo, prende il nome merceologico di “risone” ed è coltivato nelle risaie, vale a dire, appezzamenti appositamente preparati per contenere l’acqua che sommerge parzialmente le pianticelle allo scopo principale di normalizzarne il ciclo termico diurno/notturno. La coltivazione del riso proveniente dalla Cina, fu introdotta in Italia nel XVI secolo.
I granelli di risone hanno colore marrone chiaro e sono ricoperti da un guscio duro, ruvido, che si chiama “lolla”; per permetterne la conservazione, subito dopo la trebbiatura, il risone è essiccato per portarne l’umidità interna attorno al 13%. Questa è una fase di pertinenza del coltivatore: solo nelle aziende agricole più grandi e organizzate, sono presenti gli appositi essiccatoi, che, tramite trattamenti con aria surriscaldata, favoriscono la migrazione dell’umidità fuori dal chicco. I piccoli coltivatori, invece, per l’essicazione così come per la trebbiatura si servono di imprese che forniscono questi servizi per conto di terzi. Per diventare commestibili i granelli devono essere per lo meno sgusciati, ossia liberati della “lolla”.
Nei tempi antichi la sgusciatura era ottenuta pestando con un bastone di legno il risone in un mortaio, anch’esso in legno. Sotto i colpi del bastone, la “lolla” si desquamava, liberando il chicco di riso che poteva essere, così, finalmente cotto e mangiato. Oggi invece l’operazione ha luogo in stabilimenti specializzati e dotati di macchine ed attrezzature specifiche, chiamati, appunto, riserie.